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Storia del museo e Area esterna

Scopri la Storia del museo e informazioni sull'Area esterna - Portico Lapidario e Necropoli Longobarda.

Il museo è stato istituito in seguito al rinvenimento della necropoli longobarda, avvenuto nel 1972 durante lo scavo per l’ampliamento dell’edificio scolastico. Aperto al pubblico nel 1983, grazie all’opera appassionata di Carlo Mastorgio suo primo Conservatore, è stato poi ingrandito e nuovamente inaugurato nel 1998 con un’area espositiva quasi raddoppiata e con un nuovo allestimento.

Il museo raccoglie nel Portico Lapidario buona parte dei manufatti epigrafici rinvenuti sul territorio e nelle prime tre sale i reperti degli scavi archeologici condotti ad Arsago e nelle zone limitrofe negli ultimi cinquant’anni: si può così seguire il popolamento di Arsago Seprio e del suo territorio dalla preistoria fino all’età medievale. La quarta ed ultima sala ospita la Collezione Paleontologica G.C. Politi, che raccoglie fossili provenienti dai giacimenti italiani di Besano e Bolca, altri provenienti dalla Germania e da altri luoghi nel mondo.

Adiacente al museo vi è conservata e visibile una porzione della Necropoli Longobarda.

Il museo inoltre dispone di archivio storico e biblioteca.

 

Subito dopo aver varcato il cancello d’ingresso al giardino antistante il museo, si trova il Portico Lapidario, dedicato alla memoria di Leonardo Mastorgio, importante figura assieme al cugino Carlo per la la nascita del museo. Qui alla parete sono esposte cinque epigrafi funerarie romane, reimpiegate come lastre nella costruzione di sepolture altomedievali. Tre provengono dalla Necropoli Longobarda di Arsago e due da una sepoltura rinvenuta durante l’ampliamento dell’ospedale di Somma Lombardo. Sempre collocata a parete vi è anche una epigrafe medievale reimpiegata nella muratura della Cappelletta del Lazzaretto di Arsago.

Sotto il portico sono collocate tre are votive (altari dedicati dai fedeli alle divinità pagane romane, per grazia ricevuta),  con dedica a Giove, Mercurio e Silvano.

Nel prato sono situati vari elementi architettonici, appartenenti a epoche diverse e un coperchio di sarcofago romano, a due spioventi, con foro per far giungere le offerte votive al defunto. Sugli acroteri angolari vi è incisa la sigla D. M. Dis Manibus (Agli Dei Mani), le divinità protettrici dei morti.

Altre epigrafi e are romane sono conservate ed esposte all’interno del Battistero romanico di San Giovanni Battista o murate nella torre campanaria della Basilica romanica di San Vittore. La grande epigrafe sepolcrale della famiglia dei TERENTII, un tempo collocata all’interno della chiesa romanica dei Santi Cosma e Damiano, venne poi trasferita all’inizio del XVIII secolo alla Biblioteca Ambrosiana di Milano. 

 

Nel 568 d.C. ebbe inizio la discesa in Italia dei Longobardi, la conquista delle terre settentrionali avvenne ad opera di Re Alboino e nel 572 d.C. Pavia divenne capitale del regno, con Re Autari.

L’Area del Seprio, mantenne e conservò la rilevante importanza economico-commerciale e politica, nell’ambito della parte settentrionale del regno longobardo.

Nei pressi di Arsago (Vicus Artiaco), gia importante vicus romano, si incrociavano due antichissime vie di comunicazione di origine celta, molto importanti, la “Mediolanum – Verbanus”, da Milano al Lago Maggiore, e la “Comum – Novaria”, da Como a Novara, le quali necessitavano di una notevole sorveglianza.

A seguito della costituzione in loco, da parte dei longobardi di un vasto distretto amministrativo e militare, detto del Seprio, dal VII secolo d.C. Arsago divenne sede di un importante insediamento, assieme a Castelseprio e Castelnovate, inoltre in epoca alto medievale (VI-X secolo d.C.) fu sede di una capopieve, ovvero sede di una chiesa madre, dalla quale poi in epoche successive derivarono le vicine pievi di Mezzana, Somma Lombardo e Gallarate.

Nel 1972 durante le fasi di ampliamento dell’edificio scolastico, vennero alla luce le prime sepolture riferibili alla necropoli longobarda.

La necropoli longobarda (fine VI - prima metà del VII secolo d.C.) situata all’ingresso del museo è l’unica parzialmente conservata in situ e a vista in Italia ed è costituita da tombe a inumazione, disposte su lunghe file con direzione nord-sud e orientate est-ovest, ovvero il defunto era deposto con il capo a ovest e lo sguardo che volgeva verso est, dove sorge il sole, simbologia pagana ma anche simbolo di resurrezione cristiana.

Le tombe finora rinvenute attorno e al disotto dell’edificio scolastico, il quale ospita anche il Civico Museo Archeologico e Paleontologico sono 27, ad inumazione e provviste di corredo. Purtroppo nella maggior parte dei casi risultano manomesse e parzialmente depredate in antico.

La maggior parte della documentazione archeologica di epoca longobarda rinvenuta ad Arsago, è costituita dai materiali deposti come corredo, all’interno delle sepolture, ed esposti nelle vetrine della terza sala del museo.

 

All'interno delle sepolture, il defunto veniva inumato racchiuso in una bara di legno, spesso rinforzata con angolari in ferro.

Le strutture delle sepolture erano realizzate con sistemi diversi, in muratura oppure con pareti a lastre di pietra (spesso usando materiale di recupero da edifici ed epigrafi di epoca romana). Altre sepolture erano realizzate in nuda terra, quindi prive di qualsiasi struttura muraria.

Alcune sepolture avevano massicci coperchi in pietra a doppio spiovente, quasi tutti infranti, a conferma che le tombe sono state depredate in antico.

 

a cura di Dr. Cristiano Brandolini

Ultima modifica: giovedì, 07 novembre 2024

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