Nella terza sala, intitolata alla memoria di Carlo Mastorgio, primo Conservatore del civico museo, viene evidenziata l’importanza del vicus di Arsago Seprio, che in età romana e longobarda è testimoniato dalla presenza della Necropoli Romana di via Beltrami e della Necropoli longobarda.
La Necropoli Romana di via Beltrami ad oggi ha restituito 283 tombe, con varie tipologie sepolcrali (a cassetta, in olla, in anfora segata o in nuda terra) e differenti riti funerari (a cremazione indiretta e diretta e anche ad inumazione). Sono qui esposti alcuni dei corredi, databili dal I al IV sec. d.C.
Il vicus di Arsago raggiunge la sua massima floridezza nei primi secoli dell’Impero (I-II secolo d.C.), l’abitato il quale in questa fase molto probabilmente si estese a sud, ai piedi del colle, perdurò fino al periodo tardo antico (VI secolo d.C.).
Possiamo ipotizzare che l’estendersi dell’abitato verso sud, abbia portato le abitazioni troppo a ridosso dell’area sacra della Necropoli Gallo-Romana di Sant’Ambrogio e per questo motivo sia stato deciso di cessare l’utilizzo della suddetta e di utilizzare quindi una nuova necropoli a nord del vicus (attuale via Beltrami-via Genova), in uso dal Ial IV secolo d.C.
L’Alto Medioevo è caratterizzato dalla presenza della Necropoli Longobarda, che ad oggi ha restituito 27 sepolture. Fino almeno alla fine del VII sec. d.C. uomini e donne venivano sepolti con abbigliamento, oggetti di ornamento e simboli del loro rango e della loro funzione.
Tra i materiali rinvenuti, spiccano per qualità e quantità quelli in metallo, monete romane, ancora in circolo in epoca longobarda, croci in lamina aurea, originariamente cucite sul sudario che avvolgeva il defunto, numerosi elementi dell’armamento maschile del guerriero, come la spatha e lo scramasax, umboni e borchie di scudo in bronzo, ferro e ferro rivestito in lamina d’oro decorata a punzone, uno sperone in ferro ageminato, cuspidi di lancia e di freccia in ferro. Numerosi anche gli elementi degli accessori dell’abbigliamento, fibbie, placchette, pendagli e puntali di cintura, sia in bronzo che in ferro finemente decorati in agemina, fili di broccato in oro, chiodini da calzatura.
Più rari sono gli oggetti da toilette, quali pettini e spilloni in osso, o oggetti di ornamento, come un braccialettino in pasta vitrea con vago in pietra o di uso quotidiano come un acciarino e un coltellino con i resti della scarsella in cuoio che li contenevano e una fusarola in pietra ollare.
Presenti all’interno delle sepolture anche manufatti di uso quotidiano, un vaso con decorazione a stampiglia e una brocca con decorazione a traslucido.
A muro è fissato un monumentale coperchio tombale a due spioventi. Reca al centro, a rilievo, una croce-spada sostenuta in basso da due accette incrociate (VII-VIII secolo d.C.).
Il borgo di Arsago riveste un’importanza strategica anche in età basso medievale, infatti la presenza della nobile famiglia dei Visconti è testimoniata dai vari ritrovamenti in località Castello. Esposto nell’ultima vetrina della sala, si può ammirare vasellame dei secoli XIV e XVI rinvenuto tra i ruderi di fondazione di una torre quadrangolare, usata poi come discarica. Tazze, vasi, scodelloni e boccali in ceramica graffita arcaica padana e di ceramica ingubbiata marrone invetriata. Al centro della vetrina un boccale porta ben in evidenza lo stemma visconteo.
a cura di Dr. Cristiano Brandolini